Il portone d’accesso.
“Non aprite quella porta” titolava una serie di film horror. A dispetto del titolo cinematografico, non è detto che dietro un uscio si nascondano sempre realtà scomode. Anzi, lo sguardo sullo spaventoso/inguardabile può rivelarne lati nascosti e renderci anche gli unici custodi di quel segreto.
Dietro questo portone, in via Don Minzoni, a Macerata, nello storico Palazzo Compagnoni Marefoschi, c’è un’antico scalone in pietra dal quale si arriva al primo piano, in una delle più famose scuole di Illustrazione d’Italia. Già il nome è l’anticipazione di un programma: Ars in Fabula alias la Fabbrica delle Favole.
Guai piuttosto a non aprirla quella porta! Chi entra in uno dei corsi di questa scuola – i cui ambienti sono un invito ad iscriversi – è senz’altro una persona dotata di creatività, immaginazione, mano sicura e senso estetico: gli ingredienti base di chi sa disegnare, anzi, creare.
La scuola: la fabbrica delle favole.
Ars in Fabula è una scuola di illustrazione specializzata nell’editoria per ragazzi. Come già detto, il talento da solo non basta: la scuola specializzata, coi suoi maestri esperti, può insegnare tecnica, competenze organizzative, gestionali e narrative. Quanto serve per fare il mestiere. Qui insegnano illustratori professionisti di livello internazionale, e qui ha luogo uno degli unici master accademici riconosciuti dal MIUR in illustrazione editoriale. Un master-lavoro durante il quale ogni allievo si dedica ad un progetto-libro assegnato dagli editori in partnership con la scuola. Il master si conclude con l’eventuale pubblicazione del libro realizzato, siglando un contratto con l’editore committente.
Durante l’estate, Ars in Fabula si trasforma in Summer School e propone corsi di basic design e di visual style.
Ma quello che vorrei raccontare qui è il corso di Stop Motion: un corso di tecniche base di animazione, della durata di una settimana, condotto dall’artista-regista Stefano Bessoni .
La stop motion.
Cos’è la stop motion? A detta del suo stesso massimo esperto nazionale, nonché insegnante, Stefano Bessoni, la stop motion ha a che fare con i laboratori di artigiani-alchimisti che, grazie soprattutto al successo delle produzioni del regista Tim Burton, negli ultimi anni hanno avuto la possibilità di uscire alla ribalta, fuori dagli “scantinati” dove inventavano i loro pupazzi e le loro storie.
La stop motion “è una tecnica cinematografica di animazione caratterizzata dalla possibilità di scattare fotogrammi singoli, uno alla volta (…) che, rivisti alla giusta velocità di scorrimento, permetteranno il movimento del soggetto inquadrato, creando la fantastica illusione di aver preso vita” (dal libro “Stop Motion – La fabbrica delle meraviglie” di S. Bessoni).
I film che l’hanno portata alla ribalta negli ultimi anni sono Box Trolls, Frankenweenie, Coraline, Nightmare before Christmas, Wallace and Gromit: la maledizione del coniglio mannaro, e Paranorman. Tutti film di animazione che piacciono anche agli adulti amanti del genere.
E’ a Luglio che ad Ars in Fabula Summer School, si tiene il corso di stop motion. Stefano Bessoni, oltre ad essere artista e regista è anche un famoso illustratore. Famosi i suoi recenti libri Pinocchio o Alice sotto terra. I suoi personaggi sono amatissimi perchè rappresentano figure non imbellettate non ammiccanti. Anzi, sono piuttosto figure dissacratorie, che aiutano ad esorcizzare le paure. Personaggi ossuti, spesso simili a morti viventi, persi in questo mondo difficile e complicato, coi loro occhi sbarrati, dalle coloratissime apparenze, vividi, con quell’aria così sognante, sempre alla ricerca di qualcosa di più bello.
Sognatore – nel senso più immaginativo e creativo del termine – è anche lui. Una persona che spicca per modestia e capacità di mettersi al pari dei suoi allievi, e per saper ricreare per loro, in aula, un’atmosfera divertente. Tutto quello che di solito manca a scuola o al lavoro.
I ragazzi incontrati qui al corso provengono dall’ accademia di belle arti o comunque, quando non arrivano dal mondo del disegno, hanno per esso una passione speciale. E tutti conservano quella faccia da bambino che guarda al mondo con lo stupore un po’ “infantile” di chi sembra sempre alla scoperta di tutto.
Le tappe del lavoro.
Prima di procedere con l’animazione – l’essenza della stop motion – è necessario creare il proprio burattino che rappresenta la materia prima del lavoro filmico.
Partendo dalla progettazione su carta del proprio personaggio, se ne verifica la fattibilità e la nebulosa di idee che ribolle nel cervello verrà così finalmente tradotta in un oggetto definitivo e concreto.
Quindi si procede con la realizzazione dello scheletro, la base su cui costruire il corpo del soggetto. I materiali disponibili sono diversi e variano anche in relazione ai volumi ed alla parte da realizzare: si valuterà l’ espressione da attribuire al viso, alla bocca e agli occhi, la mimica delle mani e degli arti Infine, bisognerà dipingere il corpo e il viso e cucire gli abiti che il burattino indosserà.
Pronti per “animare”.
Attraverso l’abilità delle mani e la conoscenza dei materiali utilizzabili si potrà trasferire l’ idea del personaggio nel pupazzo finale restituendo al mondo quello che prima si era solo immaginato.
Se all’immaginazione non corrisponde tecnica, pratica e consapevolezza, il lavoro sarà sicuramente molto più complesso.
“There’s something magical -almost alchemical- in the Stop Motion Animation world: the animation can give a chance to a concept which at the beginning exists just in the animator’s mind. After a tiring and long work that precise concept becomes concrete and real as a puppet. And then it can take its own ransom moving and becoming alive.
When I saw Ada moving on the screen for few seconds I felt all the magic behind this crazy process. All my tiredness was repaid with satisfaction and happiness.”
Così Laura, illustratrice per bambini e allieva al corso di luglio, nel suo blog a fine corso.

al pc per l’animazione – Corso di Stop Motion con S. Bessoni – Summer School Ars in Fabula – Macerata – Luglio 2015
Carmen, una ragazza che nel lavoro si occupa di grafica, mi ha riferito che tutti hanno molto apprezzato il corso di stop motion soprattutto perché si è appresa una tecnica. Rientrati a casa si potrà sperimentarla e cominciare fin da subito a realizzare qualcosa. Imparare a FARE: questo è l’aspetto più apprezzato.
Ma ancora: il corso è stato un successo perché stimolante – “ti fa venire voglia di provare e di continuare ad apprendere altri segreti della tecnica” mi dice Carmen – e “ci ha dato l’opportunità di incontrare persone interessanti con cui confrontarsi”. E soprattutto “l’aula è stata uno spazio non competitivo“, un luogo giocoso di apprendimento e di divertimento insieme. Quello che servirebbe sempre.
Le magie che accadono.
Una magia che comincia dal portone fin nell’ingresso della scuola e prosegue col suo maestro e i risultati del corso.

un progetto di Mattia per il corso di Stop Motion – Summer School Ars in Fabula – Macerata – Luglio 2015
Ma la magia non consiste solo nell’alchimia del movimento del burattino. Quando con le proprie mani si riesce a svelare nell’oggetto creato la propria natura, ci si rivela nella propria essenza di artefice. La relazione tra ciò che appare dell’individuo creatore e ciò che è realmente, si chiarisce al mondo.
Timidi, o a disagio, incompresi o anche disabili (l’Atelier dell’errore è emblematico al riguardo), tutti hanno un talento. E’ fortunato chi ha doti spiccate e méntori al proprio fianco perchè riuscirà a spianarsi la strada prima ed a crescere presto per “volare” lontano.
Tuttavia spesso queste sono porte che non sempre è conveniente nè facile aprire, perchè faticose e impegnative. Solo gli insegnanti, i genitori, gli amici, possono sollecitare gli spiriti creativi nei loro talenti. Possono spendersi per seminare le loro conoscenze ed i loro stimoli e vederli poi ricrescere rinfrescati nelle persone che hanno un talento. Questa è la creazione più importante che potranno compiere, per sè, per gli altri e per tutti.
Abbiamo bisogno di liberare energie creative senza temerne la forza, senza dover pensare se daranno un lavoro o meno, perché è dalle nuove idee che nascono nuove opportunità.
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