Istruzioni per lavorare felici. (Parte Prima)

Greta Guberti nella sua bottega laboratorio di prossima inaugurazione (20/09/14)

Greta Guberti nella sua bottega laboratorio di prossima inaugurazione (20/09/14)

Capita che girando, soprattutto nel periodo estivo, si incontrino persone molto interessanti, incrociate per caso, ma che poi, meno per caso, queste riescano anche ad aprirti a mondi ed imprese appassionanti.

A me è capitato così: a Cervia, in luglio, al mercatino artigianale del giovedì, ho incontrato il mondo del mosaico con Greta, un’artigiana (o artista?) mosaicista di Ravenna. Ma in quanti conoscono l’arte musiva? Io, che appartengo alla folta schiera degli ignoranti, non posso nascondere che dopo questo incontro sono stata contagiata dalla passione dell’arte del mosaico e ho scoperto che non è solo storia e monumenti ma anche e soprattutto attualità, arte, artigianato, produzione, futuro e scuola.

Bottega laboratorio di Greta a Ravenna  prima dell'inaugurazione del 20/09/14

Bottega laboratorio di Greta a Ravenna prima dell’inaugurazione del 20/09/14

Appartengo alle fila di quelli che d’impatto, di fronte a oggetti “in odore” di storia e di tradizione, fanno come i gatti con l’acqua: si scherniscono per paura di impicciarcisi troppo, finchè non ne hanno realmente e tangibilmente percepita la vitalità e il senso di nuovo. Invece, Greta, facendomi vedere come lavora, è riuscita a trasmettermi il senso ed il significato di realizzare un mosaico, facendolo ad arte. E’ una sensazione di piacere molto particolare, che si concretizza nei volumi, nelle cromie degli oggetti intorno. Il racconto del suo lavoro è riuscito a farmi provare quel senso di libertà, di orgoglio del produrre ed il piacere di veder fatto quello che si ha in testa di realizzare, che solo chi sa lavorare con mani competenti riesce a provare.

“Un sapere senza le sollecitazioni della vitalità si fa presto inerte, ma questo stesso sapere senza l’impegno del rigore si fa anche vuoto” (Luciano Anceschi, Che cos’è la poesia?).

Motivo decorativo in mosaico - autore Greta Guberti, Ravenna

Motivo decorativo in mosaico – autore Greta Guberti, Ravenna

Greta si diploma nell’89 alla scuola del mosaico di Ravenna e tutte le sue successive scelte lavorative saranno legate al mosaico che rappresenta per lei una passione per la quale lavora anche su progetti in Oman, Libano, Egitto fino a collaborare alla realizzazione di un’importante opera funeraria in India. Due anni e mezzo in un’azienda di produzione industriale di mosaici artistici la convinceranno che “la vita chiusa in fabbrica come dipendente non le appartiene”.

“Ho sempre pensato più a lavorare che a promuovermi e tutti i nuovi lavori mi arrivavano attraverso il passaparola”. Tuttavia Greta non ignora il valore delle nuove tecnologie e della loro funzione comunicativa e, grazie alla loro facile ed immediata disponibilità – come per lo smartphone – si attrezza per documentare i lavori che esegue.

Quello che più mi ha disarmata, rispetto alle persone che incontro – ai professionisti o agli imprenditori di oggi – è che Greta non mi ha mai espresso una sola lamentela né si è sfogata nell’invettiva o nel malcontento con cui di solito oggi si chiude ogni replica nelle conversazioni. Con la sua attività, fatta di inventiva e di vitalità, Greta piuttosto dedica il suo tempo, le sue energie e le sue risorse al ‘fare’. Si concentra su un lavoro paziente e, con altrettanta pazienza e tenacia, e con non minor fatica, riesce a renderla economicamente sostenibile. “Non c’è altra soluzione, nessun altro modello economico se non quello che abbiamo, con le regole che oggi ci vengono date”: tradotto significa che lei non si adatta fatalisticamente all’ineluttabilità dello scenario intorno, ma che, senza perder tempo, preferisce adoperarsi per il miracolo quotidiano del lavoro, giorno per giorno, tutti i giorni. In un’attività tanto speciale quanto quella del mosaicista.

Ma quale attività, quali prodotti si possono realizzare e per quale clientela, con quale domanda di mercato nel mosaico?

Queste domande contemplano risposte molto più ampie e articolate e vanno ripescate dentro il contesto dell’arte musiva.
C’è una produzione su commessa, che riguarda parti decorative, di tipo architettonico o d’arredo, per privati o per ambiti pubblici. Inoltre c’è un’altra produzione di tipo più dichiaratemente artistico (quadri, sculture, opere d’arte). Infine, ma non da ultimo, esiste anche una produzione di oggettistica in mosaico (cornici, elementi decorativi, ecc.). Alcune aziende come Sicis o Bisazza hanno fatto della produzione industriale di mosaico il loro business e l’azienda Ravannae di Vittorio Bulgarelli, invece si è specializzata in una produzione di nicchia di alta qualità di materiale per mosaici, tanto per citare alcuni esempi tra i più celebri.
Di fatto la crisi attraversa inevitabilmente anche le botteghe artigiane ed i laboratori di mosaicisti: la maggior parte di essi non si avvale più di dipendenti ma fa piuttosto ricorso a collaboratori inquadrati come “artisti” – e non come “artigiani” – per ragioni di sostenibilità fiscale. Grazie al regime dei minimi però giovani e meno giovani hanno avuto l’opportunità di poter lavorare anche per proprio conto, superando l’unica alternativa oggi esistente di proporsi con collaborazioni a pochi euro lordi l’ora, senza limiti d’orario né garanzie di continuità.

E’ calata inoltre la qualità stessa delle commesse ed i mosaicisti più importanti con i quali Greta collaborava hanno a loro volta fatto scelte alternative (o ridimensionandosi o rivestendo altri ruoli in altre realtà). Quelli che hanno collaborato con importanti studi di architettura ed hanno lavorato con architetti e progettisti anche di fama, sono riusciti a mantenere importanti committenze dall’estero a fronte del calo in Italia.

Anche il restauro musivo, settore distinto, è a sua volta in sofferenza visto che la committenza – rappresentata in prevalenza dal pubblico – investe meno negli interventi di recupero dei monumenti.
Greta però ha sempre lavorato: si è resa disponibile per qualsiasi giorno, a qualsiasi ora, mantenendo tuttavia fermo il costo della sua attività. Sorgerebbe però spontanea la domanda: a cosa serva aver studiato tanto?
Ci si risponde con un’altra domanda: cosa si può fare per non dover almeno smettere di lavorare?

E’ evidente che la qualità di un prodotto fatto ad arte dipende da fattori diversi: a partire da talento e dalle abilità artigiane che si esprimono nel manufatto, fino alla qualità dei materiali utilizzati e dal gusto estetico delle cromie e dei volumi combinati insieme nel prodotto finito.

Oggetti di tipo artigianale non coincidono mai con oggetti di valore più turistico-commerciale. La prima domanda da porsi  sarebbe chiedersi perché i prezzi sono diversi. Solitamente la materia prima utilizzata ha costi molto elevati che dipendono o dal tipo di materiale (vetro, ceramica, marmo, ecc.) o dal taglio che ha subito (taglio a mano o pretaglio industriale). Dispiace dover constatare che in prevalenza i prodotti commerciali, a basso costo, sono quelli più venduti nell’oggettistica. Non tutti vogliono o possono sostenere i prezzi dei prodotti più curati. Tuttavia “c’è spazio per tutti”, e i negozi turistici che vendono souvenir in mosaico sopravvivono accanto ai laboratori-bottega artigiani di tipo più artistico.

Persone come Greta – e tanti altri di cui si parla meno o poco in giro – hanno in comune tra loro di riuscire ad espandere le opportunità che abbiamo, di prospettarne delle nuove arricchendo la nostra esistenza e stimolandoci a fare, agire e lavorare. Mettono così in scena nuove possibilità per tutti, costruendo un nuovo mondo, nuove opportunità di lavorare e pensare, che restano a disposizione di tutti.

Col loro lavoro, giorno per giorno, liberano energie positive e le mettono in circolo nel mondo.
Citando Gino Severini:

“Da tutto questo si ricava, io spero, che il mosaico è un bel mestiere, un magnifico mestiere, indissolubilmente legato ad una concezione dell’arte. Ma, ancor meglio delle mie informazioni e delle mie riflessioni, sarà il lavoro stesso dei mosaicisti di Ravenna a dare la miglior lezione a chi saprà ascoltarla. A questi mosaicisti, di cui io conosco a fondo l’onestà, l’amore infinito e l’abnegazione che mettono in un lavoro inteso come una missione, io sono felice di rendere qui il sincero omaggio che essi meritano”.