Artigianato e Made in Italy a partire da qui……….

Italia e Inghilterra si chiude ai mondiali con un due a uno. Il risultato però, in sfide di altro livello, è completamente ribaltato. Lo dimostra un recente documento del Craft Council. Con l’indicazione di quattro punti chiave, si prescrivono alla politica della prossima tornata elettorale inglese del 2015 le linee guida per favorire e promuovere l’artigianato nazionale e, insieme, l’economia del paese. La cosa più interessante è che al primo punto si parla dell’ insegnamento e delle politiche educative. Si dichiara che la creatività deve rappresentare la parte fondante dei programmi educativi. Insegnare le abilità artigiane e manuali, sollecitare il pensiero immaginativo, incoraggiare l’ apprendimento innovativo, sviluppare le capacità tattili che stimolano e presiedono a loro volta le abilità visive e cognitive, favorire l’ occupabilità delle persone con attitudini e abilità artigianali: tutte queste attività sono in grado di produrre una gamma di benefici che avvantaggiano non solo il soggetto dotato di tali competenza ma l’intera economia del paese.

Profumi da: "La bambina del profumo" - Scuole e nidi d'infanzia - Istituzione del Comune di R.E.

Profumi da: “La bambina del profumo” – Scuole e nidi d’infanzia – Istituzione del Comune di R.E.

In effetti come si potrebbe parlare di artigianato e di primato del saper fare manuale, in una nazione, se non esiste una cultura fondante di questa competenza? Da secoli abbiamo dimostrato una forte difficoltà a dare valore e impulso alla maestria tecnica delle persone. Oggi però, grazie ad alcune pressioni culturali (il prof. Stefano Micelli ne è un portabandiera riconosciuto), politiche e sociali (fondazioni come Symbola o la Fondazione Cologni), l’artigianato sta diventando l’argomento cardine di un discorso più generale che ha a cuore la promozione economica del saper fare italiano (il Made in Italy di tradizione). L’artigiano di oggi è un soggetto nuovo che lavora in nuovi contesti economici dove la maestria del saper fare su misura e la competenza tecnica e culturale della materia prima trattata sono valori premianti.

Di recente il ministro all’istruzione Giannini, in occasione degli Stati Generali della Cultura organizzati a Roma, ha ribadito che “da noi ci si è occupati dei prodotti, cioè i beni tangibili, dei monumenti, della tutela e della valorizzazione. E, invece, la sensibilità culturale da diffondere attraverso la scuola, attraverso l’introduzione e il potenziamento di certe materie, il miglior collegamento tra una formazione teorica e l’acquisizione di competenze pratiche, tutto questo è rimasto ai margini dell’agenda».
Ma da dove si comincia per indirizzare o favorire le abilità manuali delle persone se non partendo dal percorso scolastico dei bambini? Dare a tutti un’educazione che abbia a cuore le abilità ed i talenti di ogni individuo può interrompere il primato culturale detenuto sino ad oggi dai mestieri di concetto .

da: "La bambina del profumo" - Scuole e nidi d'infanzia - Istituzione del Comune di R.E.

da: “La bambina del profumo” – Scuole e nidi d’infanzia – Istituzione del Comune di R.E.

Tuttavia la scuola si trova spesso incastrata tra la necessità di completare i programmi ministeriali nei tempi prescritti e l’aspirazione verso scelte educative più innovative. Per ragioni di tempo e coi liniti imposti dalle risorse a disposizione, i libri di testo e le scelte editoriali che li rappresentano diventano talvolta l’unico riferimento esaustivo degli argomenti trattati, senza che venga compiuto dall’insegnante alcun adattamento alle specificità della classe.

da: "La bambina del profumo" - Scuole e nidi d'infanzia - Istituzione del Comune di R.E.

da: “La bambina del profumo” – Scuole e nidi d’infanzia – Istituzione del Comune di R.E.

Al di là dei luoghi comuni attraverso cui conosciamo la nostra scuola, esistono tuttavia anche realtà educative virtuose i cui format sono pensati a misura di bambino ed a tutela dei loro talenti. Parliamo del Reggio Approach, una filosofia ed una pedagogia che attinge al suo maestro fondatore, Loris Malaguzzi, promotore dell’educazione innovativa, e di un metodo capace di valorizzare il patrimonio di potenzialità e risorse che si esplica nei “cento linguaggi dei bambini”. Seguendo la centralità dei “cento linguaggi” di cui l’essere umano è dotato, i bambini, tramite gli spazi atelier, hanno la possibilità di disporre dei materiali più disparati, quindi di avere più linguaggi, più punti di vista, e, soprattutto, di avere contemporaneamente attive le mani, il pensiero e le emozioni. Il risultato è una valorizzazione piena dell’espressività e della creatività di ciascun bambino e dei bambini in gruppo.

Nel progetto delle scuole di Reggio Emilia il punto fondamentale che ispira il format pedagogico ad esse applicato si basa sull’idea che la mente funziona solo se connessa con il corpo. Non esistono linguaggi di serie A o B perché la mano ed il pensiero sono sempre legati insieme e insieme si rappresentano. I bambini, prima ancora di apprendere i segni, sanno già parlare grazie al loro linguaggio interno, anteriore alla costruzione della parola (secondo le teorie di Malaguzzi). Partendo da questo presupposto l’insegnamento è indirizzato ad un soggetto che apprende nella sua unitarietà perché tutto ciò che è connesso con la mente deve necessariamente passare – come primo livello di percezione della realtà – attraverso le mani.

da: "La bambina del profumo" - Scuole e nidi d'infanzia - Istituzione del Comune di R.E.

da: “La bambina del profumo” – Scuole e nidi d’infanzia – Istituzione del Comune di R.E.

da: "La bambina del profumo" - Scuole e nidi d'infanzia - Istituzione del Comune di R.E.

da: “La bambina del profumo” – Scuole e nidi d’infanzia – Istituzione del Comune di R.E.

Il progetto sulla scrittura figurata, rappresentativo di queste scelte educative, si ispira a questo principio: insegnanti e atelierista, insieme coi bambini individuano e discutono alcune idee e immagini mentali soggettive in grado di rappresentare determinate parole (ad es.: desiderio, profumo, paura), nel rispetto della maggior libertà esplorativa individuale possibile e ponendo gli allievi in una situazione di ascolto “poetico” reciproco. Partire dalla scrittura figurata consente ai bambini di esprimere con altri linguaggi (il disegno, la pittura, oltre che la parola vocale, la scrittura, ecc.) la rappresentazione che essi hanno in testa di se stessi. Si tratta di una forma di pensiero pienamente libero e creativo. In questo modo anche il disegno e le immagini diventano uno strumento di elaborazione di pari dignità rispetto agli altri. Inoltre, il lavoro svolto in piccoli gruppi permette uno scambio reciproco, la discussione di idee diverse e non la loro omologazione nè la convergenza: si valorizzano le differenze e si insegna ad ogni bambino a confrontarsi ed aiutarsi con gli altri compagni.

Reggio Approach è un approccio alla vita che ha cercato di contagiare la scuola del territorio provinciale dai 0 ai 6 anni. Si tratta di una realtà conosciuta in Italia ed all’estero e che, per precisa volontà politica, dal 2009 è stata estesa anche alla scuola primaria. Quest’anno si è completato il primo quinquennio del format. A breve si avrà l’ingresso nella scuola secondaria di primo grado degli alunni che hanno concluso il ciclo. L’auspicio è quello di riuscire a contaminare anche questo livello scolastico per dare cittadinanza piena ai saperi, alle espressioni ed all’originalità dei bambini.

Atelier  Scuole e nidi d'infanzia - Istituzione del Comune di R.E.

Atelier Scuole e nidi d’infanzia – Istituzione del Comune di R.E.

La novità del modello educativo sta nello svolgere i programmi ministeriali anche attraverso l’atelier. L’atelierista entra nell’aula per interrompere l’eccesso di parole e di verbale tipico di una certa scuola dove è necessario invece usare linguaggi fluidi e naturali (Malaguzzi). L’obiettivo è quello di riuscire a creare una relazione tra i diversi linguaggi e la mente che già lavora in modo intrecciato e multidisciplinare. L’atelier è un modo di vedere l’insegnamento, una visione che si svolge a partire dell’approccio ai materiali e che si conclude nello scambio con l’insegnante nel momento della progettazione condivisa del lavoro. L’atelier è inoltre un modo di concepire l’apprendimento, non un luogo o una persona. E’ un approccio, in quanto si basa su una progettazione integrata nella didattica: il lavoro cioè si svolge non per discipline ma per concetti e strade trasversali. Ed attraverso l’ingaggio di tutti (pedagogista, insegnante, atelierista, alunni e genitori ) tutti vengono coinvolti e tutti condividono la cultura e le tematiche affrontate.

da: "La bambina del profumo" - Scuole e nidi d'infanzia - Istituzione del Comune di R.E.

da: “La bambina del profumo” – Scuole e nidi d’infanzia – Istituzione del Comune di R.E.

Attraverso le cose che si fabbricano e più in generale che si fanno con le mani, le persone apprendono qualcosa su di sé, si rappresentano. Proprio come i bambini. Eppure persiste nella civiltà occidentale una concezione ostile all’unione della mano con la testa, una sorta di pregiudizio verso la maestria tecnica. Tutte le abilità, anche le più astratte, invece nascono come pratiche corporee, mentre l’intelligenza tecnica a sua volta si sviluppa attraverso le facoltà dell’immaginazione.  (R. Sennet).
Cominciare lasciando spazio a queste attitudini, valorizzandole nell’educazione dei bambini e insegnandole con pari dignità nella scuola e attraverso pratiche innovative e con strumenti nuovi potrebbe portare risultati utili non solo a livello individuale ma per la stessa economia permettendo alle persone che lavorano di riconoscersi anche in un’identità di lavoro che si può chiamare artigianato Made in Italy.

Però occorre partire da lontano: dai bambini e credere in quello che potranno portarci e portare di nuovo.

 

*Un ringraziamento speciale va a Maddalena, pedagogista, Giusi e Vanna, insegnanti, e Francesca, atelierista, della Scuola dell’Infanzia Comunale e Primaria Statale presso  il Centro Internazionale Loris Malaguzzi che mi hanno accolto e raccontato con la passione che le anima tutto quello che ho cercato di sintetizzare in questo articolo.

 

Chi erediterà i mestieri artigiani?

Foto Maestros Academy

Foto Maestros Academy

A Radio 3, nei mesi scorsi, alcuni radioascoltatori intervenivano sul tema “artigianato”.
(Trasmissione Tutta la Città ne parla del 18 02 2014)

Tra questi, una signora raccontava: “spesso mi capita di sentire i vecchi artigiani dei paesi delle Marche lamentarsi perché non ci sono eredi a cui trasmettere le abilità e le tecniche del mestiere”. L’ascoltatrice si chiedeva: “come mai non si riesce a trovare una formula che combini l’esigenza degli artigiani con quella di molti ragazzi sia di trovare un lavoro che di acquisire competenze – aggiungo io – spendibili sul mercato?”.

Il dibattito è complicatissimo e intreccia anche i temi della disoccupazione . E’ però evidente la necessità che chi sa fare un mestiere con le mani deve poterlo trasmettere a qualcuno che lo porterà avanti e che potrà anche in seguito innovarlo.

Un’esperienza che mi ha colpito è quella di Samsung Maestros Academy un progetto che intende mettere in contatto i maestri artigiani e i giovani, per facilitare la nuova generazione di artigiani italiani e “lanciarne” il potenziale, avvicinandoli – grazie alla tecnologia – alle eccellenze che hanno reso grande l’Italia. A prima vista l’idea appare innovativa in quanto – per quello che viene narrato da Real Time del digitale terrestre – gli aspiranti artigiani possono, col tablet, la live chat e successivamente con l’incontro diretto coi maestri, cimentarsi nella propria passione.

Fotoo Maestros Academy

Fotoo Maestros Academy

Certo che se si fa il confronto coi 7 anni di apprendistato, e i 4-10 anni successivi necessari per diventare maestro come richiedevano le corporazioni medievali, lo scarto temporale, pur riattualizzato, rimane incolmabile.

Ma quali e quanti giovani sentono oggi, in Italia, l’attrazione per mestieri manuali ormai sviliti dal confronto coi mestieri della conoscenza? Molti dei potenziali maestri poi lamentano che i giovani oggi sono in generale refrattari al sacrificio ed alle fatiche del lavoro manuale. Cosa potrebbe motivarli quindi ad intraprendere dei mestieri artigiani? La remunerazione? La domanda del mercato?

Foto dal video progetto Maestros Academy

Foto dal video progetto Maestros Academy

Tuttavia, poiché ‘Made in Italy’ – un’etichetta che viene perlopiù da un passato di gloriosa produzione italiana di qualità e creatività – continua a rappresentare l’insieme di attributi che fanno tali i prodotti del belpaese, è necessario che continuiamo a produrre ed innovare con questi requisiti. Per il momento restano ancora inimitabili ma è necessario alimentare la risorsa scarsa di cui c’è più bisogno per mantenere ed aggiornare l’autorevolezza del Made in Italy cioè disporre di artigiani che sappiano produrre bene.

Si può fare bene un lavoro manuale se però c’è qualcuno capace ed esperto che lo sappia insegnare, cioè maestri autorevoli con esperienza di bottega che insegnino a giovani. A questi ultimi basterebbe non tanto avere talento quanto soprattutto essere disposti ad applicare metodo e disciplina per apprendere ed esercitare un mestiere che fa lavorare.

La nuova tecnologia che richiama il progetto Maestros ha il pregio di promuovere e favorire la diffusione di una cultura della manualità e dei suoi prodotti.

Ma cosa ne è dell’approccio diretto, fianco a fianco col maestro di bottega? E’ ancora possibile lavorare con tempi lenti e far pagare il prodotto che viene così realizzato tanto quanto vale il lavoro ed il tempo che gli si è dedicato? C’è un mercato per questo genere di produzione?

Queste le domande cruciali. Dalla risposta dipendono le scelte di tanti giovani- e non più tali- di approcciare il lavoro fatto a mano non solo in quanto hobby o passione. C’è bisogno cioè di trovare il mercato che lo valorizzi e lo ripaghi. E per questo servirebbero scuole ed una maggior promozione istituzionale sui mercati internazionali del lavoro artigiano italiano, ed anche maggior supporto a chi inizia queste attività.

Foto Maestros Academy

Foto Maestros Academy

Le tecnologie possono aggiungere valore a livello di comunicazione e di marketing, perché sulle pagine social creano consenso e convogliano l’attenzione della gente su argomenti anche di cultura del prodotto e delle produzioni. Per altri aspetti, modificando l’approccio produttivo e progettuale – come per es. per le stampe in 3D – possono accelerare i tempi di realizzazione dell’opera.

Ma determinante rimane il valore dell’artigiano, il solo che è in grado di conferire unicità e qualità al prodotto. “Ogni risorsa umana detiene il proprio contributo operativo nelle esperienze accumulate, nelle conoscenze e competenze e queste appartengono alla bottega, al laboratorio, non meno che al territorio in cui si sviluppano” (Repubblica).

Parafrasando due famosi studiosi (R. Sennet e C. Cipolla) possiamo concludere dicendo che di capitale umano si parla sempre poco, se non in termini di minori costi e non di competenze. Il capitale umano però si può costruire nei territori anziché acquistare perché la missione dell’Italia, quella più specifica, è di “produrre all’ombra     dei campanili cose che piacciono al mondo”