Tutti abbiamo una musa ispiratrice: i patiti del calcio hanno il proprio calciatore-mito, gli adolescenti, il divo- cantante di turno. Io sono stata ispirata a scrivere in questo blog dalla passione per la gente della mia terra e per i suoi artigiani. Li ho visti lavorare e fare veri e propri miracoli con la materia rimaneggiata nelle loro mani. Pochi le sanno usare e, negli ultimi tempi, la pratica è relegata nel sottoprodotto industriale o nell’attività di chi non ha successo.
Vederli, spinge a dire che l’artigiano sembra più un artista. E’ artigiano quello di oggi che restaura, e artista quello di ieri che produceva, o viceversa?
Non è facile rispondere, perchè in entrambi i casi conta solo la bellezza, rinata grazie al gusto ed ai valori contemporanei che il restauratore è in grado di rendere.
Racconto breve di una storia di un restauro ligneo:
Le foto che seguono documentano meglio le parole.
Raccontano del restauro del Coro ligneo del XVI secolo della Chiesa di San Nicolò di Carpi, avvenuto negli anni ’90 e durato un anno di lavori effettivi. Gli artefici del “prodigio” sono stati gli artigiani della ditta Il Restauro srl, di Villa Sesso di Reggio Emilia, che ne hanno anche fornito la documentazione fotografica.
Il lavoro si è svolto così: scena numero uno, l’ispezione. Un vasto spazio si presenta in tutto il suo decadimento.
Seguendo il copione del professionista, però, cominciano a prendere forma le successive fasi di lavoro.
Si comincia con foto e rilievi cartografici. Si smontano i pezzi e si numerano per tenere traccia del loro assemblaggio.
Un lavoro lungo e di fatica che prosegue con le prove di pulitura per la verifica delle condizioni cromatiche originarie.
I pezzi smonati vengono trasferiti nel laboratorio.
Pulitura e disinfestazione dei pezzi continuano l’intervento. Quindi si integrano le parti mancanti e gli intarsi .
Dopodichè il manufatto viene completamente rimontato nel laboratorio.
Nel frattempo, nella chiesa, si risanano le strutture murarie dell’abside e si procede con il rifacimento della pavimentazione.
Polvere, braccia tese nei gesti di montaggio e smontaggio, pazienza immobile davanti a pezzi di legno da risistemare centimetro per centimetro. C’è di che avvilirsi ! Lo stato di in cui certi pezzi erano ridotti lo conferma!
Alla fine il coro restaurato viene montato e patinato.
Chi pensa al restauro come ad una faticosa ma semplice attività di pulitura e poi patinatura di un mobile del solaio, può rendersi conto invece di cosa realmente fanno i restauratori non improvvisati. Fanno sì un lavoro di grande fatica, ma soprattutto un intervento competente, con profonda conoscenza sia della materia prima – il legno – che della tecnica utilizzata dall’artista produttore del manufatto originario.
Servono esperienza, sensibilità e capacità di comprensione delle tecniche e del materiale, della storia e della sostanza viva che la rappresenta. Quello competente, è un mestiere di scuola, e realizza interventi che si prendono cura di un patrimonio “multiproprietario”: la nostra storia, le radici della nostra terra e la gente che l’ha abitata.
Che piaccia o no, che interessi o meno, le opere dei secoli scorsi, raccontano anche del lavoro delle persone, dei loro prodotti per la vita quotidiana e non solo. E oggi, il saper fare dei maestri artigiani esprime un’arte, quella delle mani.
Ma ci sono sempre meno soldi per recuperare il nostro patrimonio. Si può provare a rivalutare il lavoro dei maestri artigiani d’arte, delle botteghe artigiane sperando di far recuperare nuova forza a questi mestieri e di trovare così nuovi sponsor.
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